Per una serie di buffi equivoci, mi sono ritrovato docente a mia insaputa (cit.) al Corso di Perfezionamento in Criminalità informatica e investigazioni digitali presso l'Area di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Milano, che per l'A.A. 2021/2022 tratta delle procedure di investigazione e di rimozione dei contenuti digitali: pornografia, proprietà intellettuale, odio e terrorismo, oblio e tutela della reputazione.
Non che sia stata una grande sorpresa: è con immenso piacere che aderisco ogni anno all'invito che per qualche ragione il prof. Giovanni Ziccardi continua a rinnovarmi, solo non avevo capito, fino alla pubblicazione del programma, di essere inserito d'ufficio nel panel dei docenti anche quest'anno! Ho avuto per fortuna tutto il tempo di prepararmi adeguatamente, anche perchè ho una personale sensibilità sui temi da trattare, maturata negli anni di esperienza sul campo.
Le mie lezioni si sono svolte in streaming, in diretta dalla Stanza del Cucito di casa mia.
La prima, svoltasi il 23 novembre 2021, verteva sui Crimini d'odio sul web, i cosiddetti hate crimes. Rifacendomi alla definizione data dalla Decisione del Consiglio dei Ministri dell’OSCE n. 9/09, ho discusso prima del fenomeno generale e delle categorie protette dalle normative applicabili, per poi concentrarmi specificamente sulle forme di che assumono i crimini d'odio sul web.
La seconda lezione, del 9 dicembre 2021, è qualcosa che tenevo nel cassetto da tempo, e riguarda l'analisi dei dispositivi elettronici e dei dati appartenuti a persone decedute. Con il titolo Leggendo il libro dei nomi dei morti (una citazione da William Gibson) ho proposto una riflessione su quanto di noi lasciamo registrato in quelle scatole nere che sono i nostri dispositivi digitali, le difficoltà di accedervi e il grande valore che quei dati possono assumere anche dal punto di vista investigativo.
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